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Stop ai lavori per il nuovo tribunale di Locri, Calabrese: «È inaccettabile si rischia di ripartire da zero»

L’assessore regionale e già sindaco della città di Zaleuco: «Ho interagito con il sottosegretario Wanda Ferro che ha parlato con il viceministro Sisto. Si intervenga per trovare una soluzione»

E’ notizia di queste ore un nuovo stop all’iter procedurale per la realizzazione del nuovo palazzo di giustizia di Locri. Nei giorni scorsi il sindaco ff Giuseppe Fontana e il presidente del tribunale Fulvio Accurso avevano ricevuto ampie rassicurazioni sul nuovo via libera dopo l’approvazione di una perizia di variante al progetto. Oggi invece l’ennesimo fermo che ha mandato su tutte le furie l’assessore regionale Giovanni Calabrese, che da primo cittadino della città di Zaleuco ha seguito tutte le fasi di gestazione dell’importante opera pubblica.

«Adesso il rischio è quello di ripartire nuovamente da zero – ha tuonato Calabrese – è una situazione per noi inaccettabile e insostenibile. Abbiamo interagito con il sottosegretario Wanda Ferro la quale ha già parlato con il viceministro con delega all’edilizia giudiziaria Francesco Sisto affinchè si intervenga e si trovi una soluzione definitiva».

I lavori del nuovo palazzo di giustizia di Locri, dopo un alternarsi di “stop and go”, erano ripartiti ufficialmente due anni fa. L’opera per troppo tempo è stata uno dei simboli dello sperpero di denaro pubblico nella Locride, un ecomostro abbandonato accanto alla nuovissima caserma dei carabinieri. Il suo iter amministrativo inizia negli anni Novanta quando il ministero della Giustizia aveva messo a bilancio la considerevole somma di 20 miliardi di vecchie lire, alla quale si aggiunsero 2 miliardi e 300 milioni a carico della Regione Calabria.

«E’ inaccettabile che avendo un appalto in corso non si vada a causa di cavilli burocratici – ha proseguito l’ex sindaco – Non lo merita la città di Locri, non lo merita il territorio e il mondo giudiziario della Locride dove si continuano a spendere 300 mila euro all’anno di locazioni passive e da anni non si riesce a portare a termine i lavori dell’opera». Ma dove sta l’inghippo? «Sta nelle varie incomprensioni procedurali sulle diverse perizie di variante approvate dal provveditorato interregionale alle opere pubbliche – ha rimarcato Calabrese – Con il presidente Accurso e il procuratore abbiamo partecipato a centinaia di incontri dove si è sempre stato garantito la ripresa a breve dei lavori, ma la verità è che a distanza di 25 anni siamo ancora fermi. Sono convinto che attraverso il sottosegretario Ferro affronteremo di petto con il nuovo Governo la situazione per arrivare ad una definitiva soluzione».

Fonte: lacnews24.it